Non permetto...
Scherzi a parte, non sono d'accordo. Esiste una fondamentale differenza fra Bryant e Jordan: Jordan vinceva, Bryant no. Forse si assomigliano come stile di gioco, a livello statistico (dimostrazione di quanto poco le statistiche contino in questo gioco), ma Jordan aveva la fondamentale caratteristica, che a Bryant manca, di far
giocare meglio i propri compagni. I Bulls del primo Jordan erano una squadra molto peggiore dei Lakers del dopo O'Neal, e fino all'arrivo di Pippen lo sono rimasti, con Jordan che faceva la parte del Kobe Bryant, ovvero del fenomeno che segnava trentasette punti a partita e faceva impazzire gli avversari, con la squadra che nel frattempo perdeva.
Poi qualcosa è cambiato. Ma nemmeno tanto, a dirla tutta, perché i Bulls non sono mai stati questo colossale squadrone: al di là di Jordan e Pippen, e forse di Horace Grant, il roster delle squadre campioni NBA negli anni '90 comprendeva nomi abbastanza scandalosi, che solo grazie all'incredibile capacità di Jordan di valorizzare la propria squadra sono riusciti a lasciare un segno. Pippen stesso, senza Jordan, non è mai riuscito ad essere la stella di prima grandezza che riusciva ad essere con Michael in campo. E lo stesso discorso vale per Grant, per Rodman e per Kukoc. Gli altri? Mah, gente come Luc Longley, Ron Harper, John Paxson, BJ Armstrong, Steve Kerr, Judd Buechler... Mioddio.
Altro dato fondamentale: Scottie Pippen e Horace Grant sono arrivati a Bulls da rookie. Non sono arrivati dall'esterno. E sono
cresciuti accanto a Jordan. Ok, si trattava di giocatori di indubbio talento, forse più di quello di gente come Luke Walton o Andrew Bynum, che pure Bryant, nei suoi anni da "faso tutto mi", non è riuscito minimamente a valorizzare. Per riuscire a fargli combinare qualcosa è dovuto arrivare Pau Gasol, già una stella altrove, a fare da "secondo violino" e a prendersi le mazzate sotto canestro. E nemmeno questo è bastato.
In sostanza, credo che Bryant rimanga un grandissimo giocatore, ma accetterò un paragone fra lui e Jordan solo quando avrà dimostrato di essere un vero fattore per la
squadra in cui gioca, e non soltanto una macchina da statistiche. Questo non me l'ha ancora dimostrato. E, secca dirlo, si è comportato allo stesso modo anche alle olimpiadi: quando le difese avversarie cominciavano a pressare più del previsto, il signor Kobe cosa faceva? Attaccava a forzare tiri da tre e azioni personali, "caricandosi la squadra sulle spalle" quando avrebbe potuto coinvolgere maggiormente i suoi compagni, che proprio degli zappatori non erano. E gli avversari recuperavano punti. E' questo il suo problema. Bryant può essere sicuramente paragonato al
primo Jordan, quello fino all'87, quello dei 63 punti contro i celtics nei playoff, quello immarcabile e spettacolare, che giocava in una squadra disperatamente perdente. Con quello dopo, secondo me, non c'è confronto.
Nella mia modesta opinione, c'è un solo giocatore che oggi merita di essere paragonato a Michael. Ruolo diverso, fisico diverso, ma stesso impatto sul campo e sulla propria squadra: si chiama LeBron James, e gioca a Cleveland. E ha portato in
finale NBA una squadra con gente tipo Hughes, Ilgauskas, Gooden, Varejao, Marshall e Boobie Gibson, riuscendo addirittura a far sembrare quest'ultimo una mezza stella. Date un secondo violino serio a quest'uomo, e avremo una nuova dinastia. Bryant può continuare a fare trenta punti a partita, ormai ha trent'anni e fra un po' ci libereremo di lui (con rispetto parlando).
Yao è un ottimo giocatore. E' un centro di quasi 2,30 che tira da quattro metri come niente. Ha problemi fisici, è vero, ma non è mai esistito nessuno con la sua stazza e quei movimenti. Forse non sarà un fenomeno, ma è il degno erede di gente come Olajuwon e Jabbar, il cui ricordo è stato spazzato via da un decennio di O'Neal, vissuto a forza di "ti sposto e ti schiaccio in testa". E centri come lui, oggi, non ne vedo in giro. Certo, ormai il concetto stesso di "centro" in NBA non è più tanto di moda, ma questo è un altro discorso...
Riguardo Bargnani, non sono così ottimista... Con l'altezza che ha, nessuno lo farà mai giocare come 3, ruolo che gli sta caro e che gli permetterebbe di fare il tiratore perimetrale come tanto gli piace. Un lungo di due metri e dieci deve prendere rimbalzi, non ci sono santi, e finché il ragazzo non si impegnerà ad imparare a farlo, rimarrà sempre un incompiuto. Ha poco più di vent'anni, ha tutto il tempo di crescere, deve solo volerlo fare. Attualmente come 4 è semplicemente scandaloso, in difesa è molle, si carica di falli appena entra in campo, sotto canestro è inesistente e con le sue uscite sull'arco dei 3 punti finisce per caricare Bosh di tutto il lavoro sporco. L'arrivo di O'Neal, secondo me, rischia di essere il colpo di grazia. Se ne deve andare. Una prima scelta assoluta non può essere un sesto uomo di lusso, specie al suo terzo anno di NBA. Ah, e per inciso ringrazio il cielo che TJ Ford se ne sia andato, ben venga Calderon, che nei tre mesi in cui ha potuto giocare titolare ha messo insieme numeri impressionanti.
Umilmente...

Bookmark